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Ultime Notizie

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 Tradiciunet

16 Jinar natën: Këngëzat Sën Andonit. Gjithë hora mblushet me gjindja çë venjën shpi mbë shpi të këndonjën Sënd Andonin. E lutëmja e diel të Karnuvallit / 16 gennaio notte Canti di S. Antonio Abate. Gruppi di cantori itineranti intonano, il canto di questua di San Antonio Abate

Jashta Jashta Karnuvalli /Ultima domenica di Carnevale

Te qaca piçohet Karnuvalli/ Incendio del fantoccio di Re Carnevale.

Sparet të Qerret. I bënjën Soqatet Qerrëvet /Fuochi pirotecnici a cura delle Associazioni dei Carri: Giovani, Giovanotti e Xhuvënëtjelvet.

E hëna Pendekostësë: Rridhen Qerret /Lunedi di Pentecoste: Corsa dei Carri

6 Gusht: Qerret për Lëtinjt Grurt të Sën Dunati. Te qaca Skanderbeg zihet grur me qiqra te kusia e madhe e del një tajur për një. E bën "Pë Horën Skenderbeg" me Kumuna/ 6 Agosto: Edizione estiva della Corsa dei Carri, che si svolge a scopo dimostrativo per i turisti. Grano di S. Donato. L'evento, organizzato dalla Pro Loco Skanderbeg in collaborazione con l'Amministrazione Comunale, segue l'edizione estiva della Corsa dei Carri. Ai presenti viene offerto un piatto di grano cotto con ceci, cucinato in un grosso pentolone posto in piazza Skanderbeg.

Muj Gushtit: Nata e Bardh. E bën: Kumuna, Kumërçiandrat e Soqata Qerrevet /Mese di Agosto: "Notte Bianca". A cura dell'Amministrazione Comunale, dei Commercianti e delle Associazioni dei Carri.

 

Festat e Kishës Feste religiose

19 Marc Autaret të Sënd Jsepi. I bënjën fëmijët e Kisha/ 19 Marzo: Altari di San Giuseppe. A cura di famiglie devote e della parrocchia.

25 Prill: Vehet mbë këmb te Shën Mëria Madhe /25 Aprle: Pellegrinaggio al Santuario della Madonna Grande in Nuova Cliternia

7 Maj: Zjarret të Sën Mikejt/ 7 Maggio: Fuochi di S. Michele.

E Martja Pendekostësë: Shë Mëria e Kostanxinopullit/ Martedi di Pentecoste : Festa Patronale della Madonna di Costantinopoli

 

Qerret te zëmëra (Corsa dei Carri) Portocannone ha origini antichissime e insieme a Campomarino, Montecilfone e Ururi forma un piccolo nucleo di paesi arbëreshë, antichi insediamenti di popoli arrivati in Italia dall'Arberia, l'odierna Albania, sul finire del XV secolo. Secondo il racconto tradizionale, ai buoi aggiogati ad una carro venne affidato l'importante ruolo della scelta in cui i popoli dovevano stanziarsi. Questo evento è ancora oggi il centro di gravità intorno al quale ruota l'intera vita sociale del paese, essendo la manifestazione più importante ed più attesa dell'anno  La Corsa dei Carri è una gara disputata tra tre Carri: il carro dei Giovani, simboleggiati dai colori bianco e celeste, quello dei Giovanotti giallo e rosso, infine quello dei Xhuvënëtjelvet dall' arancione. L'intera comunità è schierata con l'una o le altre fazioni e partecipa al mantenimento della squadra. Ogni famiglia di Portocannone sostiene sempre lo stesso carro: è cos&igrave; che si è tramandata e conservata questa appartenenza all'uno o all'altro gruppo ed è cos&igrave; che viene trasmessa di padre in figlio. I buoi, quasi tutti di provenienza calabrese ed accuratamente selezionati, vengono trattati durante l'anno come dei veri e propri atleti: alimentazione controllata e allenamenti continui. I cavalli vengono accuditi insieme ai buoi negli appositi box presso le masserie che le famiglie "appartenenti" ai tre Carri mettono a disposizione. Ogni carro organizza separatamente dall'altro delle corse che valgono d'allenamento in cui tutto avviene esattamente come la vera e propria gara. La vera e propria corsa ha inizio nelle prime ore del pomeriggio del Lunedi di Pentecoste, quando i tre Carri e la folta schiera di cavalieri al loro seguito si avviano verso la Chiesa dei SS. Pietro e Paolo; qui li attende il Parroco per la benedizione dei buoi. I Carri si avviano verso la partenza situata in località detta "Vallone delle Canne", a circa tre chilometri dall'arrivo, che coincide con la Porta all'ingresso del Borgo Costantinopoli. Sulla linea di partenza vi è una distanza di sicurezza di 25 metri tra l'uno e l'altro carro, necessaria per invertire il senso di marcia, in quanto i Carri partono con la testa opposta al traguardo. Il Sindaco, dopo essersi accertato che i tre Carri sono pronti, dà il segnale di partenza con un colpo di pistola in aria. Nel giro di pochi secondi i Carri vengono girati e lanciati a forte velocità insieme a sei cavalieri disposti a semicerchio intorno ad ogni carro. Durante la gara è possibile che i Carri si superino tra di loro se la corsia di sorpasso, realizzata appositamente in occasione della corsa parallelamente al percorso asfaltato, si trova in posizione strategica rispetto al normale tracciato di percorrenza. Vince il carro che varca per primo il portale di Borgo Costantinopoli davanti la chiesa dei Santissimi Pietro e Paolo<. Il Carro vincente ha l'onore di accompagnare in processione il giorno successivo la statua della Madonna di Costantinopoli. La tradizione ha consegnato a Portocannone e ai suoi abitanti un grande patrimonio in cui la componente religiosa e quella agonistica si mescolano e danno vita ad un grande spettacolo che attira molti spettatori.

 

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Tra tutti i paesi arbëreshë del Molise Portocannone è quello in cui le tradizioni sono ancora molto vive. 

L'impronta degli antichi coloni emerge nella particolare struttura urbanistica del paese che ne fa uno dei centri più interessanti del Molise. Portocannone, che deriva la sua denominazione dall'etimo "Porta Kandora" o "Portacandesium" risalente all'anno mille, è un paese "posto in pianura in un luogo vistoso e aperto, che soddisfa l'occhio non solo del Mare Adriatico ma anche di altri luoghi di Puglia, Abruzzo e convicini. (Mons. A. Tria 1744).

Il paese II centro storico è una sorta di fortilizio a pianta rettangolare le cui mura sono costituite dalle stesse abitazioni e da cui si pu&ograve; accedere da una porta principale, sovrastata dalla torre dell'orologio e dal campanile della chiesa di San Pietro e Paolo. Il borgo antico è il più importante esempio di "Gjtonja", quartiere fortificato dove si svolgeva la vita sociale del villaggio, secondo le consuetudini tramandate dai primi coloni albanesi. E' proprio la chiesa di San Pietro e Paolo il luogo di culto più antico del paese e custodisce al suo interno il famoso battistero a forma ottagonale ricavato da un tronco di quercia intagliata da abili artigiani albanesi. Sembra infatti che la materia prima per la costruzione del battistero provenga proprio dall'Albania e abbia viaggiato insieme ai profughi fuggiti dall'assedio degli Ottomani nel lontano 1500 e giunti in Molise guidati dalla Vergine di Costantinopoli. A ricordare la loro Salvatrice c'è l'icona delta Vergine nota come Odegitria (colei che indica la via). L'immagine si trova sulla parete dell'altare maggiore per sottoporsi l'adorazione degli abitanti, memori del lungo viaggio e della fuga del popolo perseguitato dai turchi. Oltre alla chiesa Portocannone vanta un altro monumento degno di visita: si tratta dell'imponente Palazzo Baronale fatto costruire nel 1735 dal barone Cini, ed è adiacente alla Piazza Giorgio Castriota Skanderbeg, il grande eroe albanese nato nel 1405 a Kruja, città gemellata con Portocannone.

La Carrese La memoria di quella fuga e dell'insediamento nel territorio molisano da parte degli Arbëreshë viene ogni anno rievocata in occasione della ricorrenza patronale con la famosa corsa dei carri che si svolge il lunedi successivo alla domenica di Pentecoste. Si tratta dell'evento più importante per il paese: una gara agonistica disputata tra due, o tre, partiti: quello dei Giovani, dei Giovanotti e attualmente dei XH<uvëntjelvet. I membri dei gruppi, segretamente e in concorrenza tra loro, nel corso dell'anno, si prendono cura degli animali: buoi pregiatissimi di razza calabrese. Nelle prime edizioni erano legate al giogo due coppie di buoi, oggi invece, come per gli altri paesi dove è viva questa tradizione, i carri sono trainati solo da due animali. La vittoria assicurerà al carro e alla fazione vincitrice, l'onore di portare e scortare l'effigie della Vergine Odegitria, nella solenne processione dell'indomani, in occasione della celebrazione liturgica. La corsa dei carri, tra sacro e profano, rappresenta la peculiarità degli Arbëreshë di Portocannone. La carrese è uno degli eventi più importanti che anima il paese e che richiama centinaia di persone dai paesi vicini e da ogni parte d'Italia. Di anno in anno infatti, aumenta il turismo legato alle carresi, competizioni provenienti dalla tradizione e che ancora oggi si corrono anche ad Ururi e San Martino in Pensilis con modalità diverse.Il carattere rurale della festa, che esalta con la forza fisica dell'animale anche la componente agonistica del carattere arbëresh, è ben visibile proprio nel cerimoniale che ne caratterizza lo svolgimento. A mezzogiorno, sul sagrato della chiesa, dopo la benedizione degli animali, i carri si avviano verso il luogo della partenza, seguiti dal sindaco, dalle autorità, dai cavalieri e dai componenti delle due fazioni. La partenza viene segnata da un colpo di pistola a salve sparata dal sindaco. I buoi si muovono al galoppo, incitati dai cavalieri, percorrono alcuni chilometri lungo il tratturo per fare ingresso nel paese e raggiungere il traguardo posto sotto il portale d'accesso al centro storico.

Le feste dalla tradizione arbëreshe Oltre alla corsa dei carri, numerose altre iniziative vengono promosse nel corso dell'anno: il Presepe Vivente arbëresh; Jashta, Jashta Karnuvalli, carnevale tipico arbëresh. L'obiettivo degli organizzatori e dei partecipanti che rendono viva la tradizione del passato è quello di tramandare, rievocare e valorizzare la cultura dei padri.

Portocannone oggi L'economia fondata su una buona produzione agricola, si articola in una filiera di prodotti tipici come l'olio e il vino, collocati nel mercato con marchi e denominazioni identificative delle famiglie che detengono la proprietà delle aziende produttrici. La collocazione territoriale del borgo collinare rende Portocannone particolarmente incline al turismo e il cartellone degli eventi è intrigante e appetibile. Ricca di appuntamenti è "l'Estate Portocannonese&quot; che elenca tra i suoi eventi: la Corsa dei Carri estiva del 6 agosto, il teatro all'aperto, le sagre di quartiere, la fiera dei prodotti tipici, le iniziative sulla cultura arbëreshe promosse dal Comune e dalla Pro Loco Skanderbeg.

 

 

 

 

 

 

 

 

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 Mën shihet/Da visitare

Muzeu ijëvet ka Pilla Kurunus/Museo dei Gessi all'entrata del Bosco di Corundoli

Pilla Kurunus, udha Pruvinxhës/Bosco di Corundoli, Strada Provinciale

Shpella Kurunus/Grotte carsiche nel Bosco di Corundoli

Kafë Gjuhësor Leterarë /Caffè Linguistico Letterario, traversa via Roma

Arku markatit /Arco del mercato

Proi, udha Proit /Antico lavatoio comunale, via Perroio.

 

Ricettività Montecilfone

Fle qlumësht e kafè ka Franxhëskinia / B&B da Francesca, Via Roma 17, tel. 0875 979502 -  Hapur: priu &ndash; sëtembër /Aperto da aprile a settembre

Masaria Madhe / Hotel Hotel Masseria Grande, Contrada Pezze Di Corundoli, tel. 0875 976838/ 976839

Lokanda Ka Ttrapiti  / Ristorante Pensione Ka Trapiti, via Fiume tel. 0875 979334

 

 

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Ccedil;ë hahet /Piatti tipici

Droqet ma suket mishie / Pasta di casa preparata con il fuso, con ragù di carni miste.

Petullet /Scrippelle fritte

Kau&ccedil;iunet /Biscotti ripiene con farina di ceci

Lëhatina /Gelatina di carne di maiale

Djaulil kër&ccedil; kër&ccedil; /Peperoni croccanti

Panundi /Panfritto con peperoni piccanti

Kula&ccedil;i /Pizza di grano turco con sarde e peperoncino

 

 

 

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Si hahëshi një herë /Come si mangiava una volta

Tajulinet ma qumësht. (Hahëshën ma harè të Djelën Shenxiuns) Ta një bukur kallarë plo plo ma qumësht uhët cukër e kanele dhe kur zien driten tajuliet të hoja bënur sëutu ma ve. Pakë nge shkon e mën hahen ta një po&ccedil;arele kurë u ftohën di ca. Pleq e kriatura i duon shum të ëmbla.

Taglierini al latte. Preparare per due porzioni un uovo di taglierini fini fatti al momento. Tuffare la pasta nel latte bollente aromatizzato con scaglie di cannella e addolcito con zucchero a piacere. Fare sobbollire qualche minuto e spengere la fiamma. Far riposare la pietanza nella cocottina di servizio e gustare la specialità.

 

Gji ma ve. (Bëhëshi te marën të karnuvallit dhe a Shtunën të Javes a Madhe) Uhet nje sir vaje ulliri, hurdër, qep e krip a trash, cëfëkohet mirë pas dritet të zihet misht qengjëri o puramendu kaciqi. Katë uhet adhè pumëdhoria, e sa ishtë e bëhët kalohen pulpetat bënur ma tullën të bukës, vet, diathë, ca pëpër e pëtrasinele.

Cacio e uovo. (Ancora oggi è usanza consumare questa pietanza martedi grasso e Sabato Santo). Preparare un soffritto con olio extravergine di oliva, cipolla dolce, aglio e sale grosso, aggiungere costolette e bocconcini di agnello o capretto e far rosolare. Aggiungere pomodori pelati e far cuocere. Per arricchire la pietanza è tradizione unire un composto calato a mo' di polpette, fatto di pane raffermo, uova, formaggio, un pizzico di pepe e prezzemolo. Terminare la cottura e servire tiepido.

 

Sportello Linguistico

Lo Sportello Linguistico Regionale(SLR) per le minoranze linguistiche storiche del Molise, nasce per tutelare le comunità di lingua e cultura Arberesche;  (Campomarino-Motecilfone-Portocannone-Ururi) e quelle di lingua e cultura Croata (Acquaviva Collecroce-Montemitro-San Felice del Molise)