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Nell’Ufficio dello Sportello Linguistico del Comune di Ururi si intervista il prof. Antonio Pellegrino, presidente dell’associazione culturale “Gjaku Shprisht” e componente storico del gruppo musicale Arbëresh “Yllazët të rëgjënda”.

 

  • Prof. Pellegrino, mirë si erdhe! Ci vuole dire com’è nata questa esperienza musicale? Si u lëh grupi “Yllazët të rëgjënda”?

    Il gruppo “Yllazët të rëgjënda” si è formato nell’autunno del 1977 come parte fondante dell’Associazione Culturale “Gjaku shprisht”, costituita nel Gennaio 1978,  che si propone la tutela e valorizzazione della lingua Arbëreshe e non ha scopo di lucro.

  • Com’è nata l’idea del gruppo? Si ju erdhi ka mendja të vuhshët bashkë?

    A seguito del tentativo (ben riuscito) fatto nell’estate del 1977 della prima “Kënga Arbëreshe” (l’iniziativa era stata di Guido Tartaglione, uno dei fondatori e primo presidente dell’Associazione “Gjaku shprisht”), è venuta fuori l’idea del gruppo. Essa è nata, dunque, spontaneamente, un po’ per gioco ma soprattutto per la volontà di tutelare la nostra lingua attraverso uno strumento semplice, quale la musica, che potesse raggiungere anche i giovani.

  • Qual è il vostro repertorio? Cila janë këngët e juoj?

    Il nostro repertorio comprende, oltre alle canzoni tradizionali, una lunga lista di brani scritti da persone del nostro gruppo musicale e non.

    Possiamo suddividere l’attività del gruppo in due fasi: la prima fase comprende gli anni dal 1977 al 1983, mentre la seconda va dal 2001 ad oggi.

    Nel 1983 ci siamo fermati e abbiamo ripreso l’attività pubblica solamente nel 2001. Questo, però, non vuol dire che l’attività artistica non sia andata avanti: pensate che il nostro repertorio comprende qualcosa come 160 canzoni …  e altre 6 o 7 sono in cantiere!

    Dopo il periodo di fermo, non si riusciva a trovare la giusta motivazione per riprendere la rassegna concertistica. Nel 2001 sono venuti dei parenti dal Canada, anche loro musicisti per passione, e  abbiamo deciso di fare un concerto insieme. Mio cugino, Tony Intrevado, suona la tromba, mentre suo figlio John suona la melodica. Il concerto ha riscosso un successo tale da far ripartire l’entusiasmo e addirittura intensificare l’attività.

    Detto per inciso: oltre alla consueta serata musicale “Kënga Arbëreshe”, che si svolge ad Agosto, nel periodo di Natale eseguiamo in chiesa anche il tradizionale canto natalizio “Tu scendi dalle stelle”, tradotto in lingua Arbëreshe, rivisitato oltre cento anni fa da Luigi Prezioso (organista e cantante non vedente); inoltre,

    nelle festività dedicate al Santo Patrono, il SS. Legno della Croce, tradizionalmente eseguiamo in chiesa il canto “Kriqja druri”.

    Oltre alla musica, ci siamo dedicati anche ad attività teatrali, sia scrivendo che mettendo in scena delle commedie in lingua Arbëreshe.

  • Come avete raccolto i canti popolari? Si vurët bashkë këngët e joshravet?

    Abbiamo ripreso i canti popolari trasmessi oralmente dagli anziani del paese. Li abbiamo registrati e trascritti.


     

  • Ma parliamo dei componenti.. Sono gli stessi da quando è nato il gruppo? Ma folëmi pë’ grupin.. Kush bën pjesë? Janë ata çë kur u leh grupi?

    Il gruppo storico comprendeva Antonio Perrino alla tastiera; Nicola Fiorilli alla batteria; c’ero io, Antonio Pellegrino, alla chitarra; Giovanni Salvatore al basso; Antonio Raspa alla fisarmonica e Michelino D’Arienzo alla chitarra (questi ultimi due non più in vita). Tra le voci “storiche”, sono pure da ricordare i compianti Alberto Pellegrino e Vincenzo Peta; quest’ultimo, autore anche di tante bellissime canzoni, ci ha lasciato circa quaranta testi inediti.

    Si può dire, comunque, che tutti i componenti del gruppo cantano.

  • E quali sono, invece, i componenti attuali? E kush bën pjesë nani ka grupi?

    Dei componenti “storici” restiamo io, Antonio Perrino e Nicola Fiorilli. Purtroppo, alcuni non sono più in vita, qualcun altro si è ritirato dal gruppo… I componenti che si sono aggiunti al gruppo sono: Antonio Pellegrino jr al basso; Michelino Intrevado alla chitarra; Vincenzo Campofredano alla fisarmonica e voce, Carlo Pisano alle percussioni e Antonio Ruccolo alla chitarra. Comunque, ripeto, tutti i componenti del gruppo cantano.

  • Chi scrive i testi delle vostre canzoni? kush i shkruon këngët?

    Gli autori dei testi sono tanti! Spero di non dimenticare nessuno!

    Dunque, dobbiamo menzionare Vincenzo Peta, Franco Frate, Guido Tartaglione, Leonardo Tartaglione, Emilio e Luis De Rosa, Antonio Pellegrino, Antonio Perrino, Michelino De Rosa, Mario D’Ardes, Tony Intrevado, Antonio Campofredano, Luigi Papadopoli, Alberto Pellegrino, Milena Panelli, Emilio Frate, Emilio Occhionero, Nicola Papadopoli, Giovanni Salvatore, Antonio Turturro, Clemente Varanese.

    E non possiamo dimenticare il signor Vittorio Miraglia, autore di una bella canzone, diventata la nostra sigla, “Një bukur yllëzë” o la signora Maria Pellegrino la quale ha scritto una bellissima canzone, che si intitola “Gjuha horës ime”, a mio parere molto significativa perché, raccontando della gioia che scaturisce nel sentir parlare la lingua del proprio paese (“gjuha horës ime”, appunto) nella monotonia della città in cui si vive, fa capire che la lingua è un fattore determinante di identità, di appartenenza ad una comunità. (E qui il nostro intervistato si commuove..).

    Tutti coloro che leggono i testi delle nostre canzoni, le ritengono non delle semplici canzoni ma delle poesie!

  • Torniamo alla musica.. Avete inciso qualche cd? Bërët ndonjë cd?

    Abbiamo inciso dei cd live dalle nostre serate (rassegne) di musica Arbëreshe. In precedenza avevamo inciso delle musicassette, che conserviamo gelosamente.

  • I vostri spettacoli hanno da sempre avuto grande presa negli ururesi. Durante le vostre rassegne, ci sono dei canti che riscuotono maggiore successo di pubblico? Kunxhertet e juoj pëlqenjën shumë e janë ka zëmbra gjindjevet e Rurit. Cili janë këngët çë pëlqenjën më shumë?

    Ogni anno realizziamo, a Ururi, una serata musicale e si, devo dire che c’è una grande partecipazione di pubblico. Questo ci fa molto piacere. Le canzoni che, forse, hanno più successo sono quelle che riguardano il nostro paese o quelle che descrivono un personaggio particolare, tipico. Un personaggio realmente esistito. Antonio ci pensa ancora, cerca di ricordare e poi confessa che in realtà non c’è un canto in particolare. Tutti i loro spettacoli ricevono un grande consenso di pubblico, che continua a chiedere loro di non fermarsi e continuare a cantare anche dopo due, tre ore di spettacolo.

  • La musica Arbëreshe rafforza il legame della comunità con la cultura di appartenenza. Secondo lei, c’è qualcos’altro che si potrebbe fare, in campo musicale, per rivitalizzare la lingua e la cultura Arbëreshe? Non sarebbe il caso di portare la musica Arbëreshe anche al di fuori dei confini locali?

    La lingua è un fattore molto importante che lega la comunità. Penso che bisognerebbe pubblicizzare non soltanto la nostra gastronomia ma anche la nostra lingua, magari attraverso la musica, esportandola al di fuori dei confini regionali.

    Il nostro gruppo ha partecipato a rassegne musicali in Calabria e in Puglia, per quanto riguarda il territorio nazionale. Ma non solo. Abbiamo suonato anche in Canada, a Montreal, dove è presente una nutrita comunità Arbëreshe. È stato nel 2010. Per gli Arbëreshë riuniti in quell’occasione è stato come un ritorno in Patria, alle origini, al paese natio. Un successo enorme. Una festa.

    In quella serata, si è esibito insieme a noi il trombettista Ron Di Lauro, di origini Ururesi, che nel 2009 era stato a Ururi e aveva suonato con noi nella rassegna del 9 Agosto. A questo proposito, ho qui con me un articolo tratto dalla rivista “Panorama Italia”, che parla di Ron Di Lauro. Nonno ururese, nato a Montreal, splendida carriera di musicista, ha accompagnato artisti di livello internazionale quali Aretha Franklin, Céline Dion, Frank Sinatra Jr, Gino Vannelli, Michael Bolton. Ma ciò che maggiormente colpisce è ciò che Ron stesso dice a proposito della sua venuta a Ururi: uno dei concerti più emozionanti della sua vita è stata la serata della Rassegna Arbëreshe del 2009 a Ururi, il paese da cui erano emigrati i suoi nonni.

  • Ci saluterebbe dedicandoci un verso di una vostra canzone? Na lëje me fjalët të njëja kënge të juojt?

    “Me fjalët mund thuhet gjithësena, ma një lule thot më shumë ke gjithë fjalët çë janë ka shekulli.” La nostra lingua va conservata e protetta come un bel fiore.

    E concludo con un augurio: che la nostra bella lingua possa durare per sempre! Po rroft gjuha jone e bukur!

     

     

    Si ringrazia il prof. Antonio Pellegrino per la sua gentile collaborazione, per averci reso partecipi della sua passione per la musica e del suo amore per la lingua Arbëreshe.

     

     

     

    Ci sembra doveroso inserire il testo di una canzone del gruppo musicale “Yllazët të rëgjënda” e, dovendo scegliere tra tantissime canzoni, abbiamo preferito “Katunde Arbëreshë”, del 1979, perché parla delle quattro comunità Arbëreshë del Molise e Chieuti, accomunate dallo stesso legame di sangue.

    Katunde Arbëreshë

    Versi e musica di Vincenzo Peta

    Kaha njetër dhe, na erdhëm udhës këtena,

    shkovëm male e ujë

    e i lurëm pë’atena.

    Arbëreshë na jimi, shqiptar na thon,

    këtena na prurën madhërat e tona.

    Rrijëm gjithë

    Si zogj të bjera,

    gjithënjari

    na zuri karera.

    E nëngë mund rrijëm bashkë,

    pë’ këtë na jimi një “Gjaku shprisht”.

     

    Katunde jimi pesë

    E jimi shumë përrëzë,

    dharasu ngë vam

    e rromi ka ki Muliz,

    e gjaku jone rri

    shumë shtrënguor;

    e ka traturi ishtë hora jonë qanduor.

    Arbëreshë na jimi

    E nëngë jimi lëti,

    e fes ngë ka na bënj mosnjari.

    E u nani ju i këndonj,

    ka një ka një u ju i thom.

    E jimi gjithë shqipëtar,

    e qeftan e portëkanxhar,

    munxhufunar e kamarnez,

    ka hora jone jimi gjithë rurez.

     

    Shumë fatjaturëra

    Qetën prindët e tona;

    të part kalidhe

    i bërën ka qana.

    Gjithë jurnatën I kumënojën,

    natën vejën e ja piçojën.

    Kanjovën vend

    E u qandua ki Rur,

    ma marrëmi era

    ajër i mirë.

    Ka deti del vareja si borë,

    shkon gjithë dherat e vjen era mbë grur.

     

     

    Paesi Italo-albanesi.

     

    Da un’altra Terra,

    noi siamo venuti di qua,

    abbiamo attraversato monti ed acque

    e li abbiamo lasciati di là.

    Arbëreshë noi siamo, Albanesi ci chiamano,

    di qua ci hanno portato gli antenati nostri.

    Stavamo tutti

    come uccelli dispersi,

    ognuno

    ha intrapreso strade diverse.

    E siccome non potevamo stare più insieme,

    per questo noi siamo un “Sangue sparso”.

     

    Di paesi siamo cinque

    E siamo molto vicini,

    distanti non siamo andati

    e viviamo in questo Molise,

    ed il nostro legame di sangue

    è molto stretto;

    e nel tratturo è stato fondato il nostro paese.

    Italo-albanesi noi siamo

    E non siamo “latini”

    E fessi non ci dovrà fare nessuno.

    Ed io adesso ve li canto (i paesi), ad uno ad uno ve li elenco.

    E siamo tutti Albanesi,

    chieutini e portocannonesi,

    montecilfonesi e campomarinesi,

    nel nostro paese siamo tutti ururesi.

     

    Faticatori instancabili

    Sono stati i genitori nostri;

    le prime capanne

    le hanno costruite nella piana di Larino.

    Tutto il giorno le costruivano,

    di notte gliele bruciavano.

    Hanno cambiato luogo

    Ed è stato fondato Ururi,

    noi respiriamo profumo

    di aria buona.

    Dal mare arriva la borea fresca come la neve,

    attraversa le terre e a noi arriva profumo di grano.

     

 

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 1a manifestazione canora Arbëreshe a Ururi

 I canti della tradizione – Këngat e joshravet


  Quest’anno, nel mese si agosto, ricade a Ururi il 40o anniversario della rievocazione dei canti della tradizione Arbëreshe. Il 20 Agosto 1977, infatti, Guido Tartaglione, commediografo, scrittore e poeta di Ururi, portò sul palco, per la prima volta in paese, i canti dei nostri nonni. Da quel giorno sono trascorsi 40 anni e da allora tutti ricordano e canticchiano le “nostre” canzoni popolari.

 Attualmente la manifestazione si svolge nella serata del 9 Agosto ed è tanto attesa quanto “vissuta” e amata.

Per l’impegno profuso in questi 40 anni di fervente attività, il Comune di Ururi ha donato all’Associazione culturale “Gjaku shprisht” una targa di riconoscimento e lo Sportello Linguistico Arbëresh ha realizzato un attestato per Guido Tartaglione, che ha fortemente voluto la prima manifestazione, e uno per il gruppo musicale “Yllazët të rëgjënda” che si sono esibiti sul palco comunicando al folto pubblico presente tutto il loto entusiasmo.

 Riportiamo l’intervista fatta qualche tempo fa dallo Sportello Linguistico al presidente del gruppo “Yllazët të rëgjënda”, Antonio Pellegrino.

 

 

 

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Continua, con grande interesse da parte dei piccoli partecipanti della Scuola dell'Infanzia, il corso di lingua arbëreshe “Një, di, tre....mësomi”- “1, 2, 3...impariamo”- promosso e tenuto dallo Sportello Linguistico, in sintonia con il Dirigente Scolastico dell'Istituto Comprensivo “John Dewey”, nonché Assessore alla Cultura del Comune di Portocannone, prof.ssa Cristina Acciaro.

 

Le varie attività che gli alunni stanno svolgendo hanno lo scopo di avvicinarli alla conoscenza della lingua di minoranza e all’utilizzo di un primo bagaglio lessicale attraverso un approccio di tipo ludico, che ne aumenti la motivazione allo studio negli anni successivi della loro carriera scolastica. Si sta cercando inoltre di far acquisire la consapevolezza dell’importanza della lingua e della cultura del proprio paese e tanto più di valorizzare la cultura d’origine per una equilibrata crescita personale e per lo sviluppo di capacità cognitive e di comunicazione in un contesto di relazioni globali e interculturali.

 

Sono state proposte alcune schede relative a varie tematiche, utilizzando tutti i tipi di linguaggio: da quello dei sensi, a quello grafico – espressivo, a quello mimico – gestuale e del movimento, accompagnati da alcune forme della lingua arbëreshe.

 

Proprio in riferimento a quest'ultima, si è reputato utile strutturare un percorso educativo – didattico incentrato sulle filastrocche, sulle favole e sui giochi cantati che, creando un clima positivo, ludico, improntato al benessere di tutti i bambini, che favorisce situazioni di partecipazione, di condivisione, di collaborazione e facilita l'acquisizione dei termini arbëreshë.

 

Al termine delle attività corsuali è prevista una manifestazione, con la partecipazione dei genitori, i quali avranno la possibilità di conoscere gli strumenti espressivi della lingua di minoranza appresi durante il corso.

 

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NEL MESE DI GENNAIO 2017 LO SPORTELLO LINGUISTICO DI PORTOCANNONE DARA' INIZIO AD UNA SERIE DI INCONTRI CHE SI SVOLGERANNO ALL'INTERNO DELLA SCUOLA DELL'INFANZIA DI PORTOCANNONE.

DURANTE QUESTI INCONTRI SI COINVOLGERANNO I BAMBINI CON CANTI E FILASTROCCHE IN LINGUA ARBËRESHE CON LO SCOPO DI FAR SCOPRIRE E RISCOPRIRE AI PICCOLI UNA PARTE DEL LORO PATRIMONIO LINGUISTICO.

Sportello Linguistico

Lo Sportello Linguistico Regionale(SLR) per le minoranze linguistiche storiche del Molise, nasce per tutelare le comunità di lingua e cultura Arberesche;  (Campomarino-Motecilfone-Portocannone-Ururi) e quelle di lingua e cultura Croata (Acquaviva Collecroce-Montemitro-San Felice del Molise)